I taccuini di Tarrou – 225

È la profondità, l’autenticità, la sincerità di un rapporto, di un legame amoroso soprattutto, a determinarne la forza, la durata, la capacità di resistere ai colpi della vita e del caso. Un legame superficiale, basato sulla convenienza, sul compromesso, sulla paura, casuale e non predestinato, soccombe facilmente alle pressioni della vita, cede senza neppure provare a resistere alla tentazione, agli istinti più bassi, animaleschi, si sgretola come un castello di carte al primo soffio di vento. Questo genere di legami non ha fondamenta, è costruito sulla sabbia, si mantiene in un equilibrio precario e fragile spazzato via da un semplice sguardo, da una semplice presenza estranea, inattesa. Per questo motivo Carlotta, nelle Affinità elettive, si oppone, o almeno tenta di opporsi, all’arrivo del Capitano. Carlotta sa ciò che Edoardo, nella sua capricciosa e incosciente miopia, ignora, sa che il loro amore postumo non posa su basi solide, è qualcosa di molto simile a una finzione, a un artificio. Ogni cosa ha il proprio tempo: il matrimonio di Carlotta ed Edoardo non è avvenuto quando doveva avvenire, è una forzatura postuma che vive su un equilibrio fragilissimo e richiede una meticolosa cura quotidiana per sopravvivere, un totale isolamento dalla vita, che protegga dagli assalti del destino, quel destino che già nella giovinezza aveva decretato l’impossibilità dell’unione di Carlotta ed Edoardo. Nella sua resistenza all’arrivo del Capitano, Carlotta mostra di essere perfettamente consapevole di tutto ciò e presagisce la tragedia: esposto alla bufera della vita, il suo legame con Edoardo non può resistere. Avrebbe potuto resistere se si fosse concretizzato al momento giusto, durante la loro giovinezza, non ora, in cui di fatto è ridotto a un’artificiosa rappresentazione quotidiana del tutto priva di fondamenta.

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